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Chiesa e Monastero delle Clarisse

Il clerico Giulio d'Ettorre, nobile Caiatino e Vicario Generale della Diocesi, nel 1615 fondò un Conservatorio femminile sotto il patrocinio della SS. Concezione di Maria.
Indirizzo Vico Domenico Messeri, 1, 81013 Caiazzo CE, Italia
Punti di contatto
Cap 81013
Modalità di accesso

Accesso alla chiesa limitato.

 

A tale scopo comprò diversi fabbricati nella parte alta della città, alla destra della chiesa dell'Annunziata adattandoli ad uso di monastero con chiostro, celle e quanto necessario alla vita in comunità assegnando al pio luogo una rendita di 480 ducati annui. Successivamente, nel maggio 1634, per agevolare il passaggio del Conservatorio a Monastero di clausura, il d'Ettorre donava terreni ed immobili che incrementarono le rendite di altri 420 ducati.

Con Bolla del 14 dicembre 1643 il Pontefice Urbano VIII, accogliendo la petizione delle ospiti del conservatorio che vestivano un abito di lana cenerina con velo e soggolo di lino, dichiarò il Conservatorio Monastero di clausura dell'Ordine di S. Francesco con le regole di S. Chiara e, vista la disponibilità di 930 ducati di rendita annua provenienti da vari redditi, decretò la possibilità di poter accogliere e sostenere «triginta monialibus». La rendita proveniva per la maggior parte dai lasciti di Giulio d’Ettorre anche se nel contempo era iniziata la costituzione del patrimonio di beni immobili, terreni e rendite finanziare acquisite tramite donazioni e doti delle converse.

A metà '700 il monastero possedeva rendite di circa 1800 ducati annui e, nel solo territorio di Caiazzo, 5 ettari di oliveti, 130 ettari di seminativi e  120 ettari di boschi e quasi 5000 ducati, investiti in prestiti sia presso i Banchi di Napoli sia a favore di un centinaio di cittadini, il tutto ciò a dimostrare la solidità ed il peso economico e sociale nell'economia della Città che il monastero aveva raggiunto. Poichè all'atto della fondazione il conservatorio fu eretto per collegio di educazione delle fanciulle sotto il Patronato e la direzione del Comune Gioacchino Murat, su sollecitazione del municipio, il 17 giugno 1809 e poi il 18 agosto del 1812 emanò due decreti che, riconoscendo il fine laico di «educare ed ammaestrare le fanciulle» autorizzò «nella Provincia di Terra di Lavoro due case dell’Istituto della Visitazione, uno nel Conservatorio delle Teresiane di Frasso e l’altra in quello della Concezione di Caiazzo» con vitto ed abitazione per le monache «come per lo passato».

Il monastero, scampato alle soppressioni del decennio francese, non ebbe egual sorte con l’Unità d'italia e, con Regio Decreto del 2 aprile 1865, prese il nome di Pio Istituto Educativo Comunale con lo scopo di educare gratuitamente le fanciulle di condizione civile della Città cadute in povertà ammesse secondo le proporzione dei mezzi economici di cui il Pio Istituto disponeva.

Chiesa della Immacolata Concezione

La Chiesa contigua al Monastero - dapprima sede della parrocchia dedicata a S. Nicola de Figulis perché costruita con l’obolo delle maestranze delle “Officinae Figulorum” esistenti già nel ‘500 fuori le mura della città - fu donata dal parroco pro-tempore al Conservatorio nel dicembre del 1618 e dedicata all'immacolata Concezione. Nonostante i danni sismici e bellici subìti conserva ancora numerose tracce strutturali del XVII e XVIII secolo.

La chiesa così appariva in una relazione ai primi del '900: «Abbiamo visitato la chiesetta, che serba anche oggi notevoli segni della vita francescana. Essa e pulita, elegante senza lusso e mantenuta con molto decoro. Ha otto altari di marmo oltre all'altare maggiore, al quale - come si rileva da una lapide - il Ministro Generale dei Frati Minori, il 10 aprile del 1753, impetrò da Benedetto XIV il titolo di altare privilegiato quotidiano. Vi sono fra le altre in questa chiesa le statue di S. Francesco, di S. Antonio e di S. Bernardino da Siena; molto bella quest’ultima che risale probabilmente al 600. In sacrestia v' e uno splendido quadro a tela della Madonna della Purità con S. Francesco e S. Antonio. Tra i quadri della chiesa sono notevoli quelli sulle pareti del presbiterio del 600 e quelli di S. Antonio Abate e del martirio di S. Agata: quest' ultimo dipinto nel 1761 dal sacerdote Carlo Ferrazzani». Attualmente l'edificio è chiuso al pubblico  nelle more del ripristino strutturale del complesso.

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